La macchia

Il signor Veneranda si fermò sul pianerottolo delle scale, mise un dito su una macchia del muro accanto a una porta e si mise a premere con tutta la forza. Un signore si fermò a guardarlo.

– Scusate –, disse il signore indicando la macchiolina sul muro – quella non è un campanello, è una macchia sul muro e non suona.

– Ah– disse il signor Veneranda. – non suona? E perchè dovrebbe suonare secondo voi? Io non ho mai visto delle macchie che suonano nemmeno a premerle. Sono i campanelli che suonano quando si premono.

– Appunto – disse il signore. – E quello non è un campanello, è una macchia sul muro.

– Appunto – disse il signor Veneranda. – E chi ha mai detto che questo è un campanello? Se fosse un campanello non premerei col dito. Perchè dovrei premere col dito su un campanello?

– Ma… voi non dovete suonare il campanello?

– Io no – disse il signor Veneranda. – Se dovessi suonare il campanello vi pare che premerei col dito su una macchia qualsiasi? Ma voi siete matto. Se volessi suonare il campanello premerei sul campanello. Voi dove premereste? Sulle macchie?

– Io no…– balbettò il signore che non sapeva cosa dire. – Io non… ma si può sapere perchè premete sulla macchia?

– Io non, e si può sapere e una cosa e l’altra – gridò il signor Veneranda perdendo la pazienza. – Ma sapete che siete un bel tipo? Se volete suonare il campanello suonatelo pure, io già non ho nessuna intenzione di suonare i campanelli.

E il signor Veneranda alzò le spalle poi scese le scale brontolando.